Accendi la luce. Accendi la speranza | Diario di viaggio

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Il viaggio è stato lungo e a tratti faticoso. Ci siamo spinti dentro questo territorio fino quasi a lambire i suoi confini con il Ghana, il pannello fotovoltaico lo abbiamo dovuto montare sul tetto della jeep e affrontare un tragitto di quasi quattro ore metà del quale su tratte dissestate e pregare il cielo di non perderci per strada il prezioso carico.

Dal finestrino scorrono costruzioni di terra cruda che si alternano a quelle in mattoni più moderne, colonne di persone in bicicletta, motorini, minibus, carretti trainanti da asinelli che ai bordi della via maestra superiamo avvolgendoli in una nuovola di polvere. Persone che si spostano o che spostano cose lungo gli assi di vie di comunicazione che sembrano non portare da nessun parte. Sfilano i maestosi baobab, alcuni piantati nel suolo da tempi immemorabili per un uomo, gli alberi di mango dalla folte chioma a generare un ampio diametro d’ombra sottostante dove trovano riparo capre, asini o buoi che pascolano liberamente apparentemente senza padroni.

L’arrivo nei villaggi è sempre un’emozione forte. Capita spesso, come in questo caso, che alcuni abitanti vi vengano incontro a qualche kilometro dalle abitazioni in sella ad un motorino per indicarvi la strada e poter così annunciare anticipatamente il vostro arrivo al resto della popolazione. All’apertura dello sportello vi ritrovate circondati da decine e decine di bambini, incuriositi dalla presenza dell’uomo bianco che qui come in molti altri villaggi è un evento che sa di eccezionalità. Tutti gli sguardi sono puntati su di noi.

Bienvenue!

Nel scrivere il resoconto di questi ultimi giorni provo una grande emozione nel potervi informare che abbiamo accesso la luce nella scuola di Yerba Peulh. Abbiamo concesso la possibilità alla comunità di poter aver accesso all’energia elettrica in maniera autonoma con l’installazione del pannello fotovoltaico sul tetto della scuola garantendo l’illuminazione dello stabile attraverso quattro punti luce e la possibilità di ricarica elettrica attraverso l’installazione di due prese da 220v.

D’ora in avanti si aprono nuove possibilità per gli abitanti del villaggio di poter usufruire di questa risorsa attraverso la realizzazione di corsi serali per le donne, l’impiego da parte dei professori della struttura nelle ore diurne per la preparazione delle lezioni o della semplice ricarica dei dispositivi cellulari che anche qui è uno strumento diffuso per le comunicazioni interpersonali.

Un ringraziamento speciale va a Lorenzo Atzori, il più anziano del gruppo, l’esperto tecnico che ci ha accompagnato in questo viaggio e che è stato il primo artefice della messa in opera del circuito elettrico alimentato ad energia solare. Le sue capacità ma soprattutto la sua caparbietà ci hanno permesso di superare alcune difficoltà tecniche dovute al contesto di lavoro in cui ci siamo trovati ad operare (un tetto di lamiera su cui installare la struttura, il caldo intenso, la mancanza di poter reperire altro materiale oltre a quello che avevamo portato con noi).

L’altro ringraziamento lo rivolgo a tutti coloro che hanno creduto in questo progetto e vi hanno voluto partecipare facendo così in modo di poter accendere una speranza.

Vi porto anche il ringraziamento sentito dell’intera comunità che nei nostri confronti si è manifestato nell’ospitalità ricevuta durante il nostro soggiorno, dall’accoglienza festosa che abbiamo trovato al nostro arrivo, alla preparazione dei pasti da parte delle donne, alle innumerevoli mani che hanno voluto stringerci per un saluto.

Il nostro viaggio in Burkina Faso continua con il monitoraggio dei altri progetti già avviati nelle precedenti spedizioni, con la possibilità di tornare con nuove richieste d’intervento, da trasformare in progetti e poi in realtà concrete come quella che abbiamo costruito insieme, perchè se uno sogna da solo è solo un sogno, se tutti facciamo lo stesso sogno è l’inizio di una nuova realtà

Massimiliano Desiderio

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